L'attuale Duomo, dedicato a S.Pietro, fu costruito fra il 1474 ed il 1520 su una preesistente cattedrale di cui si hanno poche notizie e di cui comunque nulla resta, se non elementi in pietra di reimpiego nelle fiancate esterne. Il cantiere di edificazione del massimo edificio religioso faentino fu lungo, complesso e tormentato: artefice fu il fiorentino Giuliano da Maiano, architetto di fiducia dei Manfredi "inviato" a Faenza dai Medici nel quadro dei rapporti diplomatici e culturali che intercorsero fra le due signorie. Giuliano tradusse qui i modelli rinascimentali brunelleschiani (si veda il riferimento più evidente che è il San Lorenzo a Firenze) ma reinterpretati con "modi padani" cui sicuramente concorsero - anche oltre le intenzioni dell'architetto - le maestranze locali. La facciata, in caldo laterizio grezzo (mattoni dentati) è incompiuta e non è noto quale dovesse essere il rivestimento: quello oggi visibile, in pietra calcarea bianca limitato alla fascia basale, fu arbitrariamente iniziato in un secondo tempo, quando Giuliano aveva già lasciato il cantiere. Il progetto iniziale maianeo prevedeva certamente anche una maggior illuminazione rispetto a quella attuale, parzialmente mortificata dall'occlusione di alcune delle aperture laterali del prim'ordine a causa di altari, ancone e opere d'arte non previste da Giuliano.
Per la sua importanza (che nell'ambito del Rinascimento è unica a livello regionale, con l'unico riscontro del Tempio Malatestiano di Rimini) e per la sua complessità si consiglia di visitare questo monumento con abbastanza tempo a disposizione e con l'aiuto di una guida (al limite anche con quella, essenziale ma utile, reperibile nel bancone di fronte all'ingresso): tutte le cappelle laterali contengono opere d'arte, a volte di importanza capitale. In ogni caso non si trascurino i tre più importanti monumenti scultorei, cioè le arche di S.Savino, S.Emiliano e S.Terenzio, rispettivamente di Benedetto da Maiano e di anonimi maestri rinascimentali toscani, poi il toccante crocefisso ligneo scolpito a fine '400 da un ignoto scultore nordico, forse tedesco e infine la Pala Bonaccorsi, squisita tavola cinquecentesca dipinta da Innocenzo Francucci da Imola e ancora provvista di cornice dorata e intagliata originale. Si ricorda anche che in Duomo è sepolto San Pier Damiano, nell'omonima cappella sul fianco sinistro.
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